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Il regista Giuseppe Romani mette in scena la commedia intramontabile di Nino Martoglio L’altalena, in una co-produzione del Teatro della Città e del Teatro Stabile di Catania. La pièce inaugurerà la stagione teatrale del Teatro Massimo di Siracusa venerdì 20 e sabato 21 ottobre.

Siracusa – Si rialza finalmente il sipario del Teatro Massimo Città di Siracusa, luogo dell’anima per gli amanti del teatro che a lungo ne hanno sofferto la chiusura. L’inaugurazione della stagione 23/24, con la direzione artistica di Orazio Torrisi, si terrà venerdì 20 ottobre alle 21 e in replica sabato alle 17,30  con L’altalena di Nino Martoglio che vede il maestro Tuccio Musumeci, grande capocomico del teatro italiano insieme con Miko Magistro e Guia Jelo, in una co-produzione di grande successo del Teatro della Città e del Teatro Stabile di Catania, diretta da Giuseppe Romani. La pièce, dopo il successo del debutto catanese e le prime date della tournèe estiva nazionale, approderà a Siracusa quale spettacolo inaugurale di una stagione che alternerà teatro di tradizione, proposte di respiro internazionale e drammaturgia contemporanea. In scena, oltre ai tre beniamini del pubblico Musumeci, Magistro, Jelo, la compagnia formata da Filippo Brazzaventre, Carmela Buffa Calleo, Agata Montagnino, Santo Pennisi, Emanuele Puglia, Santo Santonocito, Luana Toscano. La messa in scena sarà impreziosita ulteriormente dalle composizioni originali composte dalla musicista Carmen Failla.

Pièce scritta nei primi del Novecento, narra la storia di una giovane orfana, Ajtina, che abbandonata dal cosiddetto fidanzato, Mariddu, cerca conforto ed aiuto nella famiglia di lui, non trovandolo nella madre, Donna Flavia, ma soltanto nel fratellastro, Neli. Mariddu, ingelositosi, la ferisce e viene arrestato. Quando esce dal carcere vorrebbe riallacciare la relazione, ma Ajtina, a quel punto, preferisce il fratellastro Neli che durante quel lungo periodo, l’ha aiutata ad andare avanti con grande generosità, palesandole il suo amore seppur con tanta timidezza. Come si evince da questa breve sinossi, una storia d’altri tempi, quasi una sceneggiata in termini drammaturgici. Senonché Martoglio inserisce nel plot narrativo due personaggi, i cosiddetti giovani di barbiere al servizio del principale Neli, costruendo tutta una serie di situazioni divertenti. In questo senso la tradizione ha visto sempre attori maturi interpretare i sopracitati due ruoli in origine pensati come giovani.  “Questo spettacolo è storia del teatro – afferma l’attore Tuccio Musumeci -.  Ricordo ancora quando l’ho interpretato per la prima volta, nel 1958-59 con l’Ente Teatrale di Sicilia poi diventato Teatro Stabile, con Turi Ferro e Michele Abbruzzo. Io ero ancora un ragazzino di 25 anni e facevo già la parte di Pitirru che ho continuato a interpretare i tutti questi anni ogni volta che l’abbiamo portato in giro per la Sicilia e l’Italia sempre con grande successo e con qualche cambiamento. Quello che mi piace sottolineare è che fu proprio quella compagnia, con Turi Ferro e Michele Abbruzzo a renderla una commedia perché di fatto l’opera originale di Martoglio era un dramma vero e proprio. Da quella prima edizione, a ogni messinscena, l’opera continua a maturare e sorprendere il pubblico che in questi decenni l’ha potuto apprezzare sia allo Stabile, sia al Teatro Brancati”. Uno spettacolo che ha sempre incuriosito e divertito il pubblico per la vivacità della lingua e per la comicità sempre attuale. 

 


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